Senza permesso e per amore
La mostra Senza permesso e per amore di LIUBA presenta una serie di opere realizzate dall’artista performer in circa vent’anni di attività. La mostra è a cura di Giulia Giliberti e Sara Ricci ed è parte integrante della rassegna ‘Video-Setting / Videoarte: Origini e Sperimentazioni’, patrocinata da Regione Emilia-Romagna e Comune di Ferrara, realizzata con il contributo del Comune di Ferrara.
Fotografie, installazioni e video proiezioni si alternano nelle sale espositive della galleria di zanzara arte contemporanea, per un viaggio all’interno dell’universo emozionale di LIUBA che ‘senza permesso e per amore’ ha indagato questioni centrali della nostra società contemporanea. Tra le opere in mostra troviamo gli Object Polyptic che ritraggono gli oggetti utilizzati dall’artista nel corso delle sue performance. Come in un polittico medievale, all’immagine fotografica principale di ciascun oggetto sono collegate fotografie più piccole in sequenza, simili alle icone di una predella, che ritraggono momenti salienti delle performance. Oltre ai ritratti fotografici, sono presenti una serie di opere video e gli oggetti originali, tra cui: Via d’Uscita Boxes utilizzati per la prima volta nel ‘96 a Bologna presso il Praga Caffè per la performance Via d’Uscita; gli occhiali de il Cieco di Gerico utilizzati in I Love to see the Armory, durante l’Armory show di New York nel 2006; la borsa e i guanti indossati per la performance Virus del 2004 a Bologna durante l’Opening di ArteFiera.
A documentare le numerose performance, spesso ironiche e provocatorie, troviamo anche una selezione di 7 Streap. Il nome deriva dall’unione delle parole ‘stream’ e ‘strip’: ogni opera è una ‘striscia’ di formato, che contiene il ‘flusso’, bloccato in sei momenti, di una performance e di un video di LIUBA. Sei videostill rappresentano momenti salienti tratti dalle performance. Le ‘strisce’ nel loro insieme, formano una installazione in divenire, mobile e variabile. Tra queste, ritroviamo documentate le performance Virus, Via d’Uscita, I Love to see the Armory, oltre a The slowly project realizzata ad Art Basel (Basilea) nel 2004 e nel centro storico di Modena, quest’ultima visibile interamente tra i video in mostra, insieme a This is the best artwork, il più recente, realizzato nel corso dell’Opening della Biennale di Venezia nel 2019, all’ingresso del Padiglione Italia. Ampio spazio è dedicato al progetto The Finger and The Moon. Esposti due importanti lavori e un video a due canali che riprende i due differenti luoghi in cui la performance è stata realizzata. Partito nel 2006 con una ricerca sulle principali fedi religiose del mondo e i differenti modi di pregare, il progetto riguarda la spiritualità, il rispetto, la tolleranza, i gruppi umani e le differenze. L’artista vestita con un abito speciale ‘multifaith’ appositamente concepito con la stilista Elisabetta Bianchetti, ha percorso i padiglioni della rassegna veneziana e Piazza San Pietro a Roma. L’azione ha suscitato reazioni di ogni tipo, dalla sorpresa alla contemplazione, dall’approvazione al boicottaggio.